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sabato 30 gennaio 2010

tutti i lavori dei sal e degli swap di Gennaio

amiche,
siamo giunte alla fine del mese, il mio primo mese della creatività..
andiamo in ordine...PRENDENDO SPUNTO DALLO SWAP RECUPEROSO DI SABRINA, ho trovato una vecchia tela aida in cui avevo ricamato dei fiori, qualche anno fa, per farne una tovaglia...ma non l'ho mai portato a termine, dunque l'ho ripresa e ne ho fatto dei puntaspilli. Eccoli:


dunque le mie abbinate avranno:

SAL PIN (12 mesi)

puntaspilli di Natale rosso realizzato con tela aida, pannolenci e pizzo rosso

SAL CUORI CON SORPRESA (12 mesi)

Questo cuore è un chiudi pacco realizzato al decoupage con la tecnica della foglia d'oro.


CUCIRE TILDA (12 MESI)

In realtà, la mia abbinata doveva avere questo

 ma mi sono punta un dito con l'ago mentre facevo il naso...e purtoppo si è sporcato!!!

SWAP CUORE
La mia abbinata riceverà il puntaspilli a forma di cuore con bordo di pizzo bianco

insieme ad altri prodotti e ad una sorpresa che non ho inserito nella foto

SWAP RECUPEROSO

Ho ripreso questa vecchia scatolina e l'ho decorata con la tecnica del decoupage artistico pittorico

  
 e, ovviamente, c'è il puntaspilli abbinato che non poteva mancare
 

Lo swap e man d'ou e lo swap nastrini sono già partiti verso i loro destinatari.
Bacio e domani ricominciamo il lavoro di Febbraio!!!

venerdì 29 gennaio 2010

circa l'orario di uscita dalla scuola

Oggi avevo un incontro importante con il dirigente UOSECS del XVIII municipio di Roma, dovevamo discutere delle modalità di attuazione delle sezioni primavera...ho rispolverato il mio tailleur marrone e con la mia odiatissima ventiquattrore sono partita in mezzo al traffico di Roma.
Siccome l'incontro era alle 12:30 ho chiesto alla maestra di far dormire Matteo a scuola che sarei andata a prenderlo alle 16.
Ebbene. Avevo l'ansia...
Quando vado a prendere Matteo alle 14 è nella stanza con i bimbi che escono alle 14 e con quelli che non dormono. Ma alle 16 sono tutti ad aspettare nell'atrio...
Ricordavo quando ero piccola e aspettavo la mia mamma...e se non arrivava tra le prime io ci rimanevo malissimo!!! pensavo seriamente che mi avrebbe lasciata all'asilo per stare sola con mia sorella...e mi veniva l'angoscia. me lo ricordo come fosse ora quel senso di "abbandono"...e mentre tutti abbracciavano le loro mamme io mi vedevo sempre più sola...poi, come un raggio di luce che attraversa le tenebre più fitte, ecco il suo profumo e poi il suo sorriso...la mia mamma!!! non mi lascia sola, è tornata!!!
E così, alle 15:45 ero già davanti alla scuola, con l'ossessione di dover essere la prima...mentre la pedagogista che è in me cercava di farmi capire che il disagio era mio e non di mio figlio, io scalpitavo davanti al cancello. La povera pedagogista provava a tranquillizzare la mamma suggerendole di non essere in ansia, che ormai era lì, davanti al cancello, con il dito sul campanello, e che non c'era nessun altro intorno...ma la mamma ha smesso di fremere solo quando, arrivate le 15:59, ha suonato il campanello, percorso la rampa e incontrato lo sguardo sorridente del suo cucciolo...e ora, felicemente a casa, ripenso a tutta questa storia. 
La pedagogista se la ride, la mamma è un pò imbarazzata e pensa: "mica succede solo a me...anche le altre mamme lo fanno: vero???" ditemi che capita anche a voi...

giovedì 28 gennaio 2010

fortuna


Oggi pomeriggio sono andata all'incontro con le mie nuove datrici di lavoro, annamaria e rachele.
Apriranno un asilo nido-scuola dell'infanzia tra Morena e Grottaferrata, a 10" di auto da casa mia, avevo fatto i colloqui preliminari a Novembre e a Dicembre mi era arrivata la bella notizia:"assunta, con contratto a tempo indeterminato, da gennaio".
Ma le ragazze si son scontrate con la burocrazia del comune e non ce l'hanno fatta...nemmeno a Febbraio..nemmeno a Marzo...forse ad Aprile...
Così oggi mi hanno chiamata per dirmi che vogliono pagarmi lo stesso, per la mia disponibilità, per il fatto che aspetto...ma non mi piace l'idea di essere pagata senza lavorare. Così abbiamo deciso che curerò tutta la parte didattica, dal POF al contratto, dalla tabella degli inserimenti al sostegno alla genitorialità, dalla sistemazione delle aule alla disposizione degli arredi. E loro mi pagheranno ugualmente.
L'orario concordato per il mio lavoro è 8:30-13:30...lo stipendio: 890 euro netti in busta.
Mi sembra un sogno e non vedo l'ora di cominciare.
Sarà pure un tornare indietro con la carriera...magari è vero.
Ma non mi pento, avere una classe tutta mia da portare avanti per ben 6 anni. mi sento molto fortunata ad avere la possibilità di scegliere cosa voglio fare, di decidere cosa è meglio per me, in un periodo di crisi nera ho la possibilità di compiere scelte lavorative e non è poco.
E poi, con i libri da scrivere, un figlio da crescere, e la voglia irrefrenabile di farne un secondo...la mia vita di prima non era conciliabile...dunque mi vien da dire: che fortuna!!

mercoledì 27 gennaio 2010

martedì 26 gennaio 2010

pannolino: no grazie!! ecco le istruzioni per toglierlo passo passo



Tra poco arriva la bella stagione e tutte le mamme con bimbi in ètà giusta (tra i due e i tre anni) vorrebbero liberarsi per sempre dalla schiavitù del pannolino ma mille dubbi ci tormentano: sarà il momento giusto? Il mio bambino sarà pronto per il grande passo? Avrà un trauma?
Ecco alcuni consigli su come togliere il pannolino al nostro bimbo in serenità.
Come riconoscere se un bambino è pronto a togliere il pannolino?

     Uno dei primi segnali è la curiosità del bambino che osserva i genitori o i fratelli e le sorelle più grandi che vanno in bagno.
     Se il bambino frequenta il nido o sta con i nonni (tate etc…) chiedete anche il loro parare. Se vogliamo davvero togliere il pannolino al nostro bimbo ci occorre anche l’aiuto delle persone che sono con lui tutto il giorno.
     Il bimbo chiede di farla nel wc;
     Tra un cambio e l’altro il pannolino è asciutto.
     In realtà ci sono innumerevoli segnali che i nostri bimbi ci mandano, sta alla nostra sensibilità di madri capirli ed incoraggiarli.

COSA FARE:

     Preparare il bambino al “grande evento” facendo compere con lui e facendogli scegliere le mutandine che preferisce (n.d.r: nei disney store un pacco da 7 mutandine costa 14 euro e ci sono le stampe di tutti i personaggi più amati dai bambini, da cenerentola a wall-e, sono bellissime e morbidissime, al vostro bimbo piaceranno ed è bene che ne abbiate una scorta).

     Mettere in bagno uno sgabellino e il riduttore del wc. (Personalmente ero  contraria al vasino come pedagogista...ma poi l'ho comprato per praticità come mamma!!!)

     Far trovare al bimbo qualche libro e qualche giochino da utilizzare solo quando è sulla tazza in modo che non si annoi e che non si stanchi. Anzi, all’inizio sarà stimolato ad andare in bagno poiché saprà che lì ci sono “quei giochi”.

     Portare il bimbo in bagno a cadenza regolare (ogni 30 minuti circa) dicendo con enfasi “andiamo a fare pipì?” con il tono entusiasta di chi ha vinto al superenalotto!!! Non chiedetegli mai “devi fare pipì?” la sua risposta, al 99% sarà “no”.

     Complimentiamoci con lui quando lo usa e gratifichiamolo spesso, ricordiamogli quanto è stato bravo e quanto siamo fiere di lui.

     Stabiliamo con il bimbo un regalo speciale da comprare insieme se riesce a fare la pipì nel wc per tutto il giorno senza bagnarsi.

     Ricordiamo che un incidente di percorso può accadere e non scoraggiamoci e non umiliamo il bimbo per questo anzi, rassicuriamolo e raccontiamogli un segreto: a volte è capitato anche a noi che un goccino di pipì sia finito sulle mutandine…non è certo la fine del mondo!!! Il regalino arriverà lo stesso, a patto però  che non accada più.

     Quando il bimbo riesce a fare a meno del pannolino durante il giorno, è l’ora di cominciare anche durante i riposini pomeridiani.

     Prepariamo il bambino con un po’ di anticipo e, incoraggiamo tutti i familiari a complimentarsi con il bimbo per la sua “grande impresa”.

     Festeggiamo le prime notti senza pannolino in modo che il bambino si senta orgoglioso e sicuro di se stesso.

Ecco cosa non fare mai:

     Far sparire il pannolino da un momento all’altro senza dare spiegazioni magari dicendo:”da oggi sei grande e il panolino non devi usarlo più.” il piccolo potrebbe non adattarsi a questo cambiamento repentino e diventare nervoso e insofferente. Ci sono molti bimbi che bloccano la popò perché hanno paura di farla “nel vuoto” e si sentono più sicuri a farla nel pannolino ancora per qualche tempo. Non lasciamo che questo avvenga.

     Prendere in giro il bambino dicendo:”così non diventi mai grande” oppure “tutti i tuoi amichetti non lo usano, solo tu ce l’hai ancora” in questo modo creeremo una grande ansia nel bimbo.

     Non cominciare mai a togliere il pannolino in concomitanza di eventi importanti (nascita di fratellini o sorelline, ingresso alla materna etc…)

     Non cedere mai e stabilire una linea di condotta: un solo ripensamento insegna al bimbo che si può tornare indietro…e la volta successiva sarà ancora più difficile…

Io sto cominciando ora con matteo. A volte va bene, altre un pò meno. ma non demordo
e anche a scuola mi stanno aiutando.
Gli ho comprato i pannolini mutandina per la scuola e per le uscite in modo che se si bagna un pò non rimane ghiacciato.
A casa, invece, siamo senza nulla. Tutto è nato dal fatto che è stato lui a prendere il vasino e chiedere di fare la pipì. e io ne ho approfittato anche se è inverno.
Arriverà il giorno in cui mi dirà:"devo fare la pipì", fino a quel momento non la fa finchè non lo porto in bagno!!




swap nastrini

ecco cosa ho preparato per lo swap nastrini indetto da swamy,

in sottofondo si vedono le bellissime stoffe che ho preso stamani per creare la tilda di gennaio...così avrò completato tutti i lavori del mese. Ora mi sento abbastanza pronta per cimentarmi con la mia prima realizzazione tildosa.

buona creatività a tutte!!!

lunedì 25 gennaio 2010

terza tappa sal nisser e poi sal cuori, sal salpin...



ecco la mia prima creazione tildosa che prende forma e vita!!!


 che soddisfazione amiche mie, in mano ha un cuore per il sal cuori di gennaio
 e poi la decorazione per il salpin e le 2 matrioske.



domenica 24 gennaio 2010

Il povero lupo cattivo

Il povero lupo cattivo
Matteo (28 mesi),ed io, la sera, prima di andare a dormire, raccontiamo la saga del lupo cattivo che prima va dai porcellini, poi va dai capretti e poi da cappuccetto rosso. L'altro giorno, mentre lui era bello sveglio e io mezza addormentata sul lettone, mi ha raccontato la favola più o meno così:

C’era una volta il lupo, era molto sfortunato, poveretto, e faceva sempre delle grandi figuracce.

Prima va a casa dei tre porcellini, si sfiata per stanarli, li rincorre per tutto il bosco per mangiarli e loro lo deridono facendogli bruciare il sederino!!!

Così lui scappa via ma ha molta fame e arriva alla casa dei sette capretti, sapeva che erano monelli e che avrebbero aperto la porta anche se la mamma aveva vietato loro di farlo.. così ne mangia sei. Poi bello satollo se ne va a riposare sotto un allbero, ma il settimo capretto, scampato alla fame del lupo grazie ad un nascondiglio scovato nell’orologio a pendolo, fa la spia a mamma capra che decide di aprire la pancia del povero lupo e sostituire i capretti con i sassi…Il lupo impiega due anni a digerirli e giura che non mangerà mai più i capretti perché gli rimangono sullo stomaco!!! Poi incontra quella cattivona di Cappuccetto rosso che tra un fiore e l’altro gli dà una dritta sulla nonna malata. Lui va a mangiarla, poi mangia pure cappuccetto rosso (ben le sta, così impara a non obbedire alla mamma!!) ma poi, proprio quando aveva la pancia piena, arriva il cacciatore…insomma povero lupo: qualcuno a cui è avanzata la cena, può dargli qualche cosa da mangiare???!!

Questa favola partecipa al concorso di nonna anna 



cucicucicoo candy



Lei è fantastica e fa delle cosine veramente meravigliose!!!

i suoi pannolini lavabili mi hanno conquistata!!!
per non parlare degli assorbenti lavabili...
insomma, secondo me è geniale e vale la pena di andare a sbriciare nel suo bellissimo blog.


sabato 23 gennaio 2010

e dopo estivill: il cosleeping

L’argomento della nanna di un neonato è delicato e controverso. Tutte le persone che abbiamo intorno sembrano essere prodighe di consigli su come crescerlo e come farlo dormire.
Ma ricordiamo che ogni bimbo è diverso dall’altro e che ha esigenze particolari e tutte sue nell’arco del primo anno di vita soprattutto.
Le teorie sui metodi per far dormire i bambini sono talmente tante che non basterebbe un manuale per elencarle tutte, mio figlio non ha chiuso occhio per 12 mesi consecutivi e credo di aver provato tutto ciò che si poteva provare, dagli sciroppi ai vari metodi “addormentabambini” fino ad approdare inconsapevolmente al co-sleeping.

Cos’è?
Sostanzialmente è composto di due parole: sleep dormire e co insieme.
Ci sono diverse teorie a riguardo che vanno dal dormire nello stesso letto con mamma e papà, al dormire nello stesso letto con fratelli e sorelle.
Un recente studio americano ha provato che i bimbi abituati a dormire in compagnia sono più socievoli e più aperti alle novità rispetto ai loro coetanei abituati a dormire da soli.
Ma lasciamoci guidare dal nostro istinto materno e guardiamo anche ciò che fanno le altre mamma in natura: la maggior parte di loro dorme con i piccoli finchè questi non sono autosufficienti: gli uccellini, i leoni, le scimmie e via dicendo…

Perché dormire insieme?
Sostanzialmente, nelle prime settimane di vita del neonato, mamma e bambino dormono nella stessa stanza per via dell’allattamento notturno. Poi le nonne, le mamme e i vicini di casa avvertono che se non abituiamo nostro figlio a dormire in camera sua, prenderà “il vizio” e non dormirà mai più da solo. Invece dormire insieme spesso rassicura le mamme un po’ ansiose perché sanno di avere il bimbo accanto e di poter accorrere ad ogni richiamo e, spesso, rassicura i bimbi un po’ ansiosi perché se si svegliano durante la notte sanno che i loro genitori sono lì e si riaddormentano più facilmente.
La maggior parte delle madri attente ai bisogni del bambino, risponde in maniera costante, coerente e sensibile alle richieste di vicinanza e di rassicurazione.

Così nel tempo il bambino si “rassicura” e finisce per “sapere” che la mamma, anche se non c’è, è pronta ad accorrere al bisogno. Finisce inoltre per “sapere” di essere capace ed efficace nel richiamarla, e che, quando ce ne sarà il bisogno, potrà farlo facilmente.

Paradossalmente più al bambino piccolo verrà data la possibilità di stare vicino alla madre quando lo richiede, più sarà capace in seguito di stare da solo.
Più verrà accolto il suo desiderio di dipendenza quando è piccolo, più facilmente diventerà, in seguito, autonomo.

Trascurare sistematicamente le richieste di vicinanza del bambino o rispondervi in maniera incostante rallenta o ostacola questo processo di formazione della “sicurezza interiore”.

Pertanto si può concludere che ogni madre sa che il bimbo piccolo può chiedere di stare vicino di notte soprattutto quando è più piccolo, quando ha paura, quando è malato, quando è ansioso per qualunque motivo e che fornire un “co-sleeping a richiesta” come si fa con l’allattamento è probabilmente la strategia più giusta.



Cosa dice la scienza

Gli studi di epidemiologia ci dicono che a 9 mesi l’84% dei bambini si sveglia almeno una volta con un picco di risvegli a 2 anni; fino ai 3 anni, e soprattutto verso i 18 mesi, moltissimi bambini dormono nel lettone con i genitori per tutta la notte o per una parte della notte, questa abitudine diminuisce negli anni e tra i 5 e i 10 anni praticamente tutti imparano a dormire tranquillamente da soli.


Questo è ciò che è accaduto a me.

Per 12 mesi, tutte le notti, Matteo si svegliava intorno alle 3, lo allattavo e poi fino alle 5:30 si faceva baldoria. Alle 7 suonava la sveglia ed alzarsi non era semplice!!!
A luglio, quando Matteo aveva 10 mesi, siamo andati in vacanza da soli io e lui e, per comodità, ho tolto una sbarra al lettino e l’ho attaccato al mio letto. Da quel momento Matteo ha cominciato a dormire ed io a documentarmi sugli effetti benefici del co-sleeping. Dopo 15 giorni ha anche smesso da solo di prendere il seno durante la notte e non ne ha più voluto sapere di essere allattato.
Sono sempre stata un fanatica della privacy del lettone, il luogo delle coccole di mamma e papà, ho sempre difeso quel luogo “sacro”, ultimo baluardo della coppia che si era prima di diventare genitori. Ho sempre creduto che salvaguardare il lettone dagli “intrusi” volesse salvaguardare la coppia. Mi sbagliavo. Matteo ora ha 27 mesi e dorme ancora con noi, lui nel suo lettino senza sbarra attaccato al lettone e noi nel nostro letto. Mi è capitato di vederlo spesso mettersi seduto, osservare me e il padre, rimettersi giù e riaddormentarsi.
Mi è capitato di ritrovarlo nel lettone a fare le coccole a me o al padre e poi far ritorno nel suo lettino.
Consiglio a tutte le mamme di bambini “insonni” di provare il co-sleeping, proprio come si prova il “metodo Estivill”  o il Nopron. Sono sicura che vale la pena tentare.

i miei ultimi lavori

Buongiorno a tutti,
oggi avrò una giornata fitta di impegni rilassanti: incontro a pranzo con amiche figlioduennemunite, e compleanno di mia nipote nel tardo pomeriggio.
Questi sono i lavori che ho eseguito durante il mese di Gennaio.
Aspetto i vostri commenti!!!

Bavaglie per l'asilo di matteo:



Crostate di marmellata e torta di mele per gli incontri di oggi
(notare in quella in basso a sx il topolino andrea che ne ha spiluccata una parte!!)



Asciugamano per l'asilo di Matteo





venerdì 22 gennaio 2010

seconda tappa sal nisser: imbottisco la tilda

amiche,
sono molto felice del risultato finale!!!
se pensate che non ho la macchina da cucire e l'ho fatta completamente a mano e se pensate che è la prima volta...beh...che soddisfazione!!!
ma bando alle ciance: eccola




devo sistemare per bene l'ovatta...e aspetto con ansia la terza tappa.
nel frattempo sto cucendo le matrioske tildose e il cuore. E tra la casa, marito, figlio, lavoro, l'ultima revisione del libro prima della stampa...beh, non so dove trovo il tempo ma ho giurato a me stessa che avrei ricominciato a creare e non mi tiro certo indietro!!!

il metodo estivill (o ferber)



Tutte le mamme che mi hanno conosciuta a scuola di Matteo come pedagogista dicevano sempre:"per te è facile crescere un figlio: tu sai tutto!!!"
Fosse vero! dare consigli alle altre mamme è un conto...ma quando ci si ritrova a crescere un demonietto... la pedagogia, spesso e volentieri, va a farsi benedire!!
Matteo non ha chiuso occhio fino a 12 mesi. All'epoca io lavoravo. e tanto.
Avevo i contratti firmati...non potevo esimermi...li avevo firmati prima di sapere che ero incinta.
Ho partorito l'11 settembre (giorno del compleanno di papà andrea!!!) e sono andata in maternità il 3 settembre dopo aver inaugurato l'apertura del nido aziendale telecom di cui avevo curato l'aspetto pedagogico didattico, materiali, arredi, selezione del personale...
Il 23 Settembre ero di nuovo a lavoro per le riunioni con i genitori...e con pargolo al seguito...un pargolo che non ne voleva sapere di dormire...
Prima o poi, come è accaduto a me, tutti i genitori di bambini con difficoltà nell’addormentamento, incappano in questo “metodo” e provano a metterlo in pratica sperando che funzioni…
Estivill promette il 98% di successi se viene pedissequamente seguito. Il sonno viene definito un'abitudine, e come tale deve essere appreso. Questo apprendimento non è un fatto endogeno, ma esogeno, ossia avviene in maniera corretta se viene costruito correttamente dai genitori. Ritorna il mito dell'educabilità assoluta, di prussiana memoria  una specie di utopia pedagogica basata sull'idea dell'assoluta plasmabilità dell'essere umano. Indubbiamente questo è l'elemento più inquietante del metodo, in quanto non è basato sui principi dei grandi metodi del Novecento, quali il metodo montessoriano o il metodo scoutistico, per fare soltanto due esempi, che hanno nella libertà (e quindi nell'elemento endogeno) il loro punto di forza.
Qui è il contrario: il punto di forza è l'esterno. Occorre far apprender il sonno, è un'abitudine, ribadisce Estivill, e quindi necessita di essere inculcata in maniera ben definita. L'elemento che più denota questa accentuazione è il fatto che Estivill non dà nessuna importanza all'età del bambino o della bambina: per lui è irrilevante. Dice testualmente che “non c'è nessuna differenza tra un bebé e un bambino di quattro anni”.  Questa connotazione appare il tratto più a-scientifico del metodo, in quanto è noto che il primo anno di vita del bambino presenta caratteristiche di dipendenza assolutamente incommensurabili rispetto alle età successive. Quindi nella gestione del bambino fino a un anno, proprio per favorire un buon attaccamento primario, la presenza della madre è un fattore ben diverso che non nei periodi successivi.
Non solo, egli cita un esempio che fa rabbrividire: come una mamma insegna al bambino a mangiare con gesti meccanici come: mettere il bavaglino, mettere il bimbo sul seggiolone, proporgli cucchiaio, forchetta e coltello e così via, nello stesso modo deve insegnare al bambino il sonno!!!

Il metodo Estivill in poche righe
I genitori organizzano la cameretta del bambino, affidandogli un pupazzo, e costruendo quello che Estivill chiama un'immagine favorevole, come può essere una giostrina, o una luna. Inoltre, se il bambino lo usa, gli si lascia il ciuccio.
A quel punto i genitori fissano l'orario dell'inizio del sonno, che rimarrà sempre lo stesso, e mettono il bambino nella sua cameretta, dopo un breve momento affettivo (una decina di minuti) fuori dalla camera.
I genitori salutano i bambino, rassicurandolo sulla presenza dei genitori e quindi escono. Il bambino piangerà.
Estivill elabora una tabella di rientri genitoriali nella camera, che vanno poi progressivamente scemando, finché il bambino, nel giro di una settimana, si abituerà a restare da solo.
Estivill è ben consapevole della difficoltà non tanto del bambino quanto dei genitori di reggere il pianto infantile, e si affida alla determinazione dei genitori. A p. 39 dice: “Basta che il bambino sgarri una volta perché il metodo fallisca”. Questo dimostra lo scaricamento colpevolizzante sui genitori stessi, che, nel caso (probabile) in cui il metodo fallisca, si trovano oltre al danno anche la beffa.
Il metodo è molto semplice, ed è costruito su un principio tecnico molto preciso, ossia che il bambino non deve associare il sonno alla presenza dei genitori, ma agli elementi simbolici fornitigli. Se lo associa alla presenza dei genitori, Estivill dice che gli stessi si troveranno costretti per anni a stare vicini al bambino. (Può essere una costrizione stare vicino al proprio figlio?)
L'effettiva sostenibilità di questo metodo viene scarsissimamente considerata, se non continuando a ribadire la necessità di una ferrea determinazione nel non lasciarsi trascinare nei pianti infantili, pena il decadimento dell'efficacia del metodo stesso.
C'è una frase che sintetizza il metodo Estivill: “Il bambino è troppo piccolo per imparare quanto è importante dormire da solo, vorrebbe semplicemente sentirsi protetto in vostra compagnia.” Questa frase dà l'idea della sostanziale esternalizzazione di questo approccio, che non consente ai genitori di poter elaborare i loro dubbi e trovare delle strategie adeguate.
Può essere comprensibile che in un periodo di forte incertezza ci sia un ritorno a posizioni medico-pedagogiche veramente arcaiche. Questo non toglie la necessità di fare chiarezza e anche di tutelare i genitori da un approccio così meccanicistico.

Dalla parte del bambino

Cosa impara il bambino? Impara a dormire da solo? Indubbiamente si…ma a quale costo?
Il pianto è l’unico modo che ha nostro figlio di comunicare con noi. Con il pianto il bimbo comunica tutto: paura, freddo, dolore…
Egli penserà: ho freddo e piango: mamma vieni a coprirmi…ma la mamma non arriva…mamma ho paura e piango vieni a consolarmi…ma la mamma non arriva…la notte successiva non piangerà più ricordando che tanto la mamma non arriva.
Io non ho dormito, come tante altre mamme, per un anno intero. Ho allattato a richiesta per un anno intero. 
Come ho fatto a sopravvivere?
Quando Matteo aveva 3 mesi ho avuto un incidente stradale perchè mi sono addormentata in macchina. Per fortuna non mi sono fatta male ma ho capito che il mio corpo non ce la faceva a reggere dei ritmi così massacranti.

Ho cercato l'aiuto di tutti, in primis quello di Andrea. Facevamo una poppata ciascuno durante la notte. Mi toglievo il latte e glielo lasciavo nel bibe. E, ogni venerdì notte, portavo Matteo da mia madre in modo da poter dormire una notte intera.
Poi sono approdata inconsapevolmente al co sleeping...ma questo ve lo racconto domani!!!

mercoledì 20 gennaio 2010

swap e man d'ou: ecco cosa riceverà la mia abbinata

amica,
spero ti piaccia ciò che ho preparato per te.
sono venuta a visitare il tuo blog che è molto originale, così ho voluto dare un tocco di euforia agli oggetti della cucina:

il tulipano giallo è un porta essenza per i termosifoni,
le presine nei toni del celeste hanno un tocco country
nella bustina ci sono dei kit per decorare le torte di ikea
e poi c'è il portavasi che ho decorato io per te con la scritta flowers
nel portavasi c'è la ricetta che ho pensato per te: bucatini alla carbonara, gli stessi che faccio a casa mia almeno 1 volta al mese.

 

Sono felice di aver partecipato, spedirò a giorni...

martedì 19 gennaio 2010

tilda's world


sono entrata da poco a far parte di questo magico mondo delle tilda's creative e sto imparando a conoscere pian piano quanto sia fantastico e appagante creare una tilda e conoscere altre tilda's maker.
Partecipo dunque con gioia a questa iniziativa proposta dal fan tilda Italy
Io adoro le matrioske, così come adoro ricamare e questa matrioska tildosa fa proprio al caso mio!!!

Poi, il fan tilda Italy mi ha inviato altri modelli di matrioske, dunque saranno 12 matrioske che confezionerò ogni mese....mi sto attrezzando per avere le stoffe...


grazie per avermi accolto tra voi!!!

lunedì 18 gennaio 2010

howard gardner e le 9 intelligenze multiple

Ecco un altro caposaldo nella mia vita di pedagogista, colui che insegna al mondo che i geni, anche se non sanno leggere e scrivere (pirandello fu rimandato in italiano!!!) sono menti particolari!!!! Ecco come riconoscere il tipo di intelligenza dei bambini e adattarlo per spiegare loro le cose:
In uno dei corsi di aggiornamento per insegnanti che ho tenuto negli anni passati, mi sono tanto battuta per spiegare la teoria delle intelligenze multiple di H. Gardner.
La nostra cultura tende a dare una spiegazione logica alle cose basandosi su vista e udito senza tenere conto che ci sono più tipi di intelligenze, più tipi di memorie, che la memoria visiva non è la sola alla quale possiamo fare ricorso. Il presupposto dal quale sono partita è che se riusciamo a capire che tipo di intelligenza abbiamo davanti, come genitori prima e come educatori poi, sarà anche più facile spiegare ai bambini i concetti che vogliamo insegnare.
Già alla materna gli educatori si trovano di fronte a bambini con presunti “ritardi cognitivi” che vanno da difficoltà nell’attenzione e/o nella concentrazione, a difficoltà di linguaggio e di espressione. Il tradizionale metodo “io spiego e tu ascolti” deve assolutamente decadere.
E allora: chi era Gardner?

VITA
Howard Gardner, psicologo americano nato nel 1943, è considerato il principale rappresentante della teoria delle intelligenze multiple. Entrò all'Università di Harvard nel 1961, conseguendo il dottorato, specializzandosi successivamente in psicologia dell'età evolutiva e in neuropsicologia.
Nel 1986 ha cominciato ad insegnare alla Facoltà di Scienze a Harvard, collaborando contemporaneamente al Progetto Zero, un gruppo di ricerca sulla formazione della conoscenza, che riconosce grande importanza alle arti.
Nel corso degli anni, Gardner, oltre ad elaborare la teoria delle intelligenze multiple, si è occupato dello sviluppo delle capacità artistiche nei bambini e dell'ideazione di strumenti per migliorare l'apprendimento e la creatività attraverso forme di insegnamento e di valutazione maggiormente personalizzati.
Gardner ha ricevuto molti riconoscimenti, tra i quali alcune lauree ad honorem, tra cui quella dell'Università di Tel Aviv. Nel 1990, per le sue ricerche, è stato insignito del prestigioso premio Grawemayer dell'Università di Louisville.




Il punto di partenza della concezione di Gardner è la convinzione che la teoria classica dell'intelligenza, basata sul presupposto che esista un fattore unitario, misurabile tramite il QI, sia errata.
Dopo aver effettuato indagini sull'intelligenza dei bambini e su adulti colpiti da ictus, egli giunse alla conclusione che gli esseri umani non sono dotati di un determinato grado di intelligenza generale, che si esprime in certe forme piuttosto che in altre, quanto piuttosto che esiste un numero variabile di facoltà relativamente indipendente tra loro, Gardner arriva a identificare almeno sette differenti tipologie di intelligenza:


1. Intelligenza logico-matematica, abilità implicata nel confronto e nella valutazione di oggetti concreti o astratti, nell'individuare relazioni e principi.

2. Intelligenza linguistica, abilità che si esprime nell'uso del linguaggio e delle parole, nella padronanza dei termini linguistici e nella capacità di adattarli alla natura del compito.

3. Intelligenza spaziale, abilità nel percepire e rappresentare gli oggetti visivi, manipolandoli idealmente, anche in loro assenza.

4. Intelligenza musicale, abilità che si rivela nella composizione e nell'analisi di brani musicali, nonché nella capacità di discriminare con precisione altezza dei suoni, timbri e ritmi.

5. Intelligenza cinestetica, abilità che si rivela nel controllo e nel coordinamento dei movimenti del corpo e nella manipolazione degli oggetti per fini funzionali o espressivi.

6. Intelligenza interpersonale, abilità di interpretare le emozioni, le motivazioni e gli stati d'animo degli altri.

7. Intelligenza intrapersonale, abilità di comprendere le proprie emozioni e di incanalarle in forme socialmente accettabili.


A questi tipi di intelligenza, Gardner ha aggiunto successivamente un'ottava intelligenza, quella naturalistica, relativa al riconoscimento e la classificazione di oggetti naturali; ipotizzando inoltre la possibilità dell'esistenza di una nona intelligenza, l'intelligenza esistenziale, che riguarderebbe la capacità di riflettere sulle questioni fondamentali concernenti l'esistenza e più in generale nell'attitudine al ragionamento astratto per categorie concettuali universali.
La teoria delle intelligenze multiple comporta che i diversi tipi di intelligenza siano presenti in tutti gli esseri umani e che la differenza tra le relative caratteristiche intellettive e prestazioni vada ricercata unicamente nelle rispettive combinazioni.
Per quanto l'intelligenza sia stata a lungo studiata da una moltitudine di ricercatori, si è ancora lontani dall'aver raggiunto un consenso unanime su una definizione capace di fissarne le caratteristiche di maggior rilievo.
Senza pretendere di dire l'ultima parola in merito, si può comunque affermare che l'intelligenza, in un'ottica evoluzionistica, intesa come strumento che migliora l'adattamento all'ambiente, è in primo luogo la capacità di risolvere nuovi problemi, oppure di risolvere vecchi problemi in maniera innovativa.

sabato 16 gennaio 2010

Azzurra di grafic scribbles: grazie per la grafica

ma quanto è bello il mio blog con questa veste?
l'ha cucita su misura per me la più brava delle web sarte: azzurra di graficscribbles
amica, nessuno dei siti che danno sfondi free ha la tua carica energetica, la tua personalità e quel pizzico di originalità che hai tu.

Dunque per me è un privilegio poter sfoggiaere una delle tue creazioni.
Hai la mia stima e il mio affetto.
GRAZIE

venerdì 15 gennaio 2010

il gioco euristico

 Il gioco euristico è il proseguimento del cestino dei tesori e viene proposto ai bimbi da 12 a 36 mesi circa. Consiste nell’offrire ad uno o più bambini oggetti di diversa natura con i quali possono giocare liberamente senza l’intervento dell’adulto. Questa attività è stata ideata per bambini d’età compresa tra i 12 – 24 mesi.
E’ una naturale evoluzione del cestino dei tesori proposto ai bambini da 6 a 12 mesi.
In questo periodo è più vivo l’interesse per la scoperta e la sperimentazione degli oggetti, di come si comportano nello spazio a seconda di come sono maneggiati, di come possono essere messi in relazione tra di loro.    Sicuramente con questa attività possono essere coinvolti e stimolati adeguatamente anche i bambini d’età maggiore tra 24 e 36 mesi.
Il gioco euristico è inteso come attività di esplorazione spontanea che il bambino compie su materiale di tipo “ non strutturato” “ povero”.    Materiale “povero” significa che non fa parte dei giocattoli tradizionali, ma si tratta di semplici oggetti d’uso domestico, comune. A scuola, nella raccolta del materiale sono coinvolti anche i genitori e il gioco è arricchito da numerosi oggetti di vario genere, associabili tra loro, con i quali i bambini possono compiere azioni combinate: contenitori piccoli da inserire in quelli grandi, palline da impilare, oggetti che rotolano, rocchetti, teli, tappi di sughero, mollette, nastri di velluto, pizzo, scatole, ecc. Durante quest’attività l’adulto osserva: al bambino basta solo un sorriso di conferma per non abbandonare l’oggetto e continuare ad esplorarlo; si viene così a creare una comunicazione tranquillizzante e non invadente tra l’adulto ed il bambino. Proponendo questo gioco in modo costante sicuramente si migliorerà la concentrazione del bambino, ci sarà sempre più coinvolgimento oculo-motorio, si svilupperanno le capacità sensoriali-percettive (caldo-freddo), uditivo (vari rumori), la nascita dei primi concetti logici (dentro-fuori, aperto-chiuso).
Inizialmente il bambino esprime un interesse immediato per il materiale proposto: sembra quasi che si “immerga” negli oggetti manifestando una reazione euforica, ma di breve durata; tende poco dopo a staccarsi da queste attività, ricercando la presenza dell’adulto.   
Questo comportamento è strettamente collegato alla necessità di riacquistare fiducia in se stesso, il bambino ritorna a giocare con il materiale proposto e, gradatamente l’interesse e la concentrazione aumentano scoprendo l’uso e la funzione dell’oggetto in modo creativo.    In questa fase, il gioco che i bambini preferiscono è quello di infilare, svuotare, lanciare, battere gli oggetti tra loro, portarli alla bocca.    Solo successivamente sperimentano la capacità di allineare, impilare, fare, disfare secondo schemi ripetitivi che conferiscono loro sicurezza.
Perché il bambino possa esprimere al meglio la sua creatività, fantasia e, soprattutto le proprie emozioni dal gioco euristico, è consigliabile proporlo in uno spazio delimitato e sgombro da altri giochi o distrazione, per permettere ai bambini a cui è proposto l’attività di muoversi liberamente in un clima di serenità e tranquillità. Il materiale è abbondante e rinnovato sistematicamente in modo da permettere al bambino il massimo delle combinazioni.    Il materiale è contenuto in sacchetti appesi al muro, a casa si possono usare i sacchetti e, una volta finita l’attività, si possono riporre. A scuola l’educatrice avrà cura di sostituire il materiale deteriorato onde evitare situazioni di pericolo per i bambini così come a casa ogni mamma potrà via via sostituire il materiale con quello che ritiene più idoneo per la curiosità del figlio.
Per evitare che i bambini si ritrovino tutti concentrati nel medesimo spazio, l’educatrice si preoccupa di preparare precedentemente l’attività, distribuendo gli oggetti in mucchietti separati o misti, saranno poi i bambini a scegliere l’oggetto da esplorare. Quando l’attività volge verso la conclusione, i bambini raccoglieranno gli oggetti dietro l’incoraggiamento dell’educatrice riponendoli nei vari sacchetti e appendendoli ognuno al proprio gancio. Rimettere in ordine fa parte del gioco ed è una delle abitudini più importanti da fare acquisire ai bambini.  Riporre ogni oggetto nel proprio contenitore favorisce lo sviluppo di concetti logico-matematici. l’attività del gioco euristico si propone una o due volte la settimana per la durata di 10-30 minuti al massimo poiché, trascorso quel tempo, l’attenzione del bambino  viene a scemare.

Buon divertimento.

mercoledì 13 gennaio 2010

la pubblica Distruzione: sezioni primavera

mi sono rotta il bip.
ma questa è l'ultima volta.
è da 2 giorni che sono al telefono con il dott. Bonauguri, del ministero, con la dott.ssa D'addiego del XIII municipio (santa donna) e con la dott.ssa Tagliaferri del XVIII municipio.
Il ministero accampa pretese che i comuni non vogliono accontentare, e a ragione direi. Se una scuola dell'infanzia diventa paritaria è sotto la "giurisdizione" del ministero della pubblica istruzione che effettua i controlli...e allora: perchè il comune dovrebbe prendersi la responsabilità sulla sicurezza dei locali e l'idoneità?
Mi sono rotta i bip di trovare escamotage, scorciatoie e quant'altro per riuscire a portare la qualità nella scuola.
E infatti ho gettato la spugna. Credo che chiuderò anche la partita iva, così, se dovesse tornarmi la voglia di ricominciare ci penserei 2 volte.
Non si può sopravvive allo stress di una scadenza assurda (5 giorni) per far fronte allle loro ridicole richieste, allo scaricabarili, all'ignoranzità e al menefreghismo.
Le mie scuole sono tutte e dico tutte in regola con qualsiasi tipo di norma o regolamento, con la più piccola postilla e con la minima modifica.
E allora: perchè devono rompere i maroni a sto modo?
Non capisco e non capirò mai.
E per questo, forse, non sarò mai io a capo della pubblica distruzione. Dilapiderei i fondi dello stato per costruire o restaurare scuole dell'infanzia e farle diventare il fiore all'occhiello dell'istruzione mondiale. Maestre con nuovi contratti meritocratici, inventati appositamente, edifici all'avanguardia che si autosostengono, materiali didattici innovativi, personalizzzazione dei percorsi educativi, classi eterogenee e rispondenti alle reali competenze dei bambini che le frequentano.
Giardini curati dai bambini, MENSA interna con menù differenziato per fasce d'età.
E i bagni adatti, a misura di bambino, funzionanti, con la carta igienica e il sapone per tutti. e per quanto riguarda le bidelle, farei come al nido: ausiliarie: ersone qualificate e competenti che aiutano le maestre al bisogno.
e le maestre? 1 ogni 15 bambini, in compresenza, sempre, tutto il giorno. Un sostegno ad ogni bambino, team di psicologhe, pedagogiste e pediatre in sede per un sostegno alla genitorialità...
Aule nanna anche alla materna, spazi adeguati, senza spigoli senza incrostature, senza muffa.
ecco perchè non diventerò mai ministro.

martedì 12 gennaio 2010

sal nisser




Amiche tutte,
cos'è un sal?
fino a qualche settimana fa non lo sapevo nemmeno io...poi, grazie ad un contatto in comune con country nisser
ho trovato queato bellissimo blog e ho deciso di cimentarmi.
Fin da bambina vedevo le mie nonne che lavoravano i ferri e l'uncinetto...volevo imparare ma ero una piccola mancina!!! La mia nonna paterna, pur di insegnarmi a lavorare i ferri, imparò lei per prima ad usarli con la sinistra (grazie nonna) mentre la mia nonna materna proprio non riuscì a fare la stessa cosa. così, per non dispiacerla imparai con la destra. Per capire la difficoltà, provate a tenere l'uncinetto con l'altra mano!!!
Beh, ancora oggi, che sono una mancina pura, uso l'uncinetto con la destra!!!
Insomma, la creatività, nella società in cui vivevo da bambina, non era cosa vista di buon occhio, così come la fantasia...ed io, haimè, ne avevo da vendere...ero sempre quella un pò stramba, quella che per usare il telefono nella sua stanza, collegò i fili telefonici alla spina elettrica in modo che potessero entrare nella presa!!! quella che voleva imparare a ricamare a 8 anni (per la cronaca: sono autodidatta), quella con il pallino del decoupage, del riuso e del riciclo!!! Come mi sarebbe piaciuto avere un'ambiente incoraggiante!!!
Vabbè, ando alle ciance, nel 2010 ho deciso di riprendermi la creatività e di partecipare alla creazione proposta nel sal. si, ma cos'è un sal??!!
SAL..è la parola usata per Stitch all long  ma da tempo viene usata anche per riunire creative e creare un modello ,ognuna con la propria stoffa e con i suoi tempi ,durante la tappa,mostrando il lavoro a mano a mano sul proprio blog.
Dunque, con mille dubbi, perplessità e anche un pizzico d'emozione posto la prima tappa:

 



prima di postare le immagini, aspetto le info aggiuntive che ho chiesto a sabrina!!!
che belli sti blog!!!

domenica 10 gennaio 2010

swap in cucina di e man d'ou

 
che meraviglia questo swap in cucina di e mand'ou !!!!
Ogni partecipante dovrà mandare alla propria abbinata 5 oggetti: un oggetto hand-made utilizzabile in cucina, una ricetta tipica della propria città o regione e 3 cose a libera scelta inerenti la cucina (possono essere attrezzi, cibi, libretti ricette, o quel che più vi suggerisce la fantasia).
Il termine per le iscrizioni è sabato 19 gennaio, mentre la spedizione, rintracciabile, va fatta entro il 9 febbraio. Ci state?



sabato 9 gennaio 2010

io mi sostengo: e voi?

Dal 21 ottobre, quando mi sono licenziata, volutamente, volontariamente e senza possibilità di ripensamento, ho scoperto di essere vittima del downshifting...per me è una filosofia di vita, un mix tra buon senso, misticisto e routine...
Tutta la mia vita è stata modificata dalla scelta di lavorare meno, guadagnare meno e spendere meno di meno. Così, siccome necessità fa virtù, ho imparato a "comprare locale" e comprare low cost al mercatino settimanale, ho imparato a fare a meno dello shopping tradizionale (e dio solo sa quanto ho sofferto) dandomi al baratto (www.zerorelativo.it) e alle aste su e-bay.
Ho imparato a fare da me il pane, i dolci, (ne sforno uno al giorno) il burro, le salse, compro solo alimenti freschi e non acquisto più nessun genere di cibo precotto e preconfezionato.
Tuttavia, tra i propositi del nuovo anno c'è quello dell'abbattimento dei costi (economici e ambientali) di carta e detersivi...avevo già tentato lo scorso anno ma il dispendio di tempo non mi permetteva la buona riuscita del progetto.
Dunque: via tovaglioli di carta e fazzoletti di carta (perchè i piatti e i biccheri non li utilizzo da 4 o 5 anni...)
E via ai detersivi tradizionali.
Per quanto riguarda tovaglioli e fazzoletti sto per andare a fare una scorta di quelli di stoffa. Credo che ricamerò i nomi dei membri della famiglia in modo che ognuno abbia i suoi: Andrea, Matteo e...mamma (beh, mi chiamo Mariaelena e mi sembra lunghetto!!)
Per quanto riguarda i detersivi, mi impegno a fare in casa il detersivo dei piatti e della lavastoviglie secondo questa ricetta che ho già provato con successo:
Ingredienti per un litro di detersivo:

3 limoni, 400 ml di acqua, 200 g di sale, 100 ml di aceto bianco
Come si fa:
•    Tagliare i limoni in 4-5 pezzi togliendo solo i semi e mantenendo la buccia, dalla mia esperienza risulta più facile se tagliate il limone a rondelle e coinvolgete i vostri figli nel farvi aiutare a togliere i semini…ovviamente chi toglie più semi avrà un premio!!! Il mio piccolo ometto ha solo 27 mesi ma è già piuttosto esperto in questa operazione…e tanti semi li ritrovo il giorno dopo nel vasino!!!

•    Frullare i limoni con tutta la buccia con un mixer insieme ad un po' di acqua e al sale. Per evitare intasamenti del filtro lavastoviglie, frullate a lungo e molto finemente la poltiglia. Anche qui potete coinvolgere i bimbi più grandicelli: chi resiste più di 5 minuti fermo immobile con il frullatore acceso avrà un premio!!!

•    Mettere la poltiglia in una pentola, aggiungere tutta l'acqua e l'aceto e fate bollire per circa 10 minuti mescolando, affinché non si attacchi. A questo punto i bimbi più grandi devono intrattenervi. Il primo che vi farà ridere con un movimento buffo, una barzelletta o una faccia strana vincerà un premio!!!

•     Quando si è addensato e raffreddato mettetelo in vasetti di vetro.

Come si usa in lavastoviglie

Due cucchiai da minestra per la lavastoviglie. Non mischiate il detersivo fai da te a quello classico lavastoviglie.

Come si usa a mano

A piacere per i piatti a mano. In caso di stoviglie unte basta aggiungere sulla spugnetta un po' di detersivo o tenerle in ammollo qualche minuto.

Secondo la mia esperienza questa dose dura circa un mese. Il suo profumo è semplicemente delizioso e la sua composizione naturale lascia anche le mani morbide.


Questo detersivo va bene anche per lavare i pavimenti, basta aggiungere un tappo in un secchio d'acqua tiepida...

Questo post partecipa al
blogstorming

giovedì 7 gennaio 2010

attimi di...commozione!!!

Oggi Matteo è tornato a scuola dopo la pausa della vacanze natalizie....in realtà la sua scuola era aperta essendo privata ma ho preferito tenerlo a casa con me...e oggi, quando sono andata a riprenderlo...Letizia e Paolo mi hanno dato queste









Da sx: Paolo capolei, la maestra "Balentina" con in braccio Daniele (figlio di Paolo e Letizia), Babbo Natale nonn Enrico Capolei, Manuel, Matteo little devil, Letizia, in basso da sx: Maela, Aisha, Christian, Lorenzo, Martina.


 
ed io...non l'ho fatto apposta, mi sono anche trattenuta ma quelle lacrime monelle e truffaldine hanno mal celato la mia commozione di mamma orgogliosa del suo tenero cucciolo alla sua prima foto di gruppo e alla sua prima foto con babbo Natale!!!

la nuova camera di Matteo e il ritorno al cosleeping

Non c'è stato nulla che abbia potuto convincere il mio piccolo demonietto a dormire una notte intera nella sua nuova camera. Lui ha paura del buio, paura della solitudine, paura del mostro di sabbia, del trenino fantasma e chissà di quali altri mostri orrendi è popolata la sua fantasia.
eppure le ho provate tutte, dallo spray antimostro alla luce antipaura accanto al letto, dalla abatjour che poteva accendere e spegnere a suo piacmento, al letto più fantastico che esiste in circolazione...Nulla lo ha convinto a dormire in camera sua. Avevo già scritto un altro post in proposito la-paura-del-buio-la-tana-e-la-camera.
mi sono veramente impegnata, guardate che cameretta dei sogni ho allestito
sopra

  sotto
 
dentro destra

ancora dentro destra

dentro sinistra


e così ho rimontato il lettino con le sbarre ma senza le sbarre in camera nostra, e il furbacchione se la dorme beatamente tutta la notte. A volte si sveglia, si guarda intorno e si riaddormenta sereno. In questo modo dorme anche 10 ore filate...riproverò più avanti ma non demordo. intanto il pomeriggio si dorme in camera sua, che, peraltro, lui adora alla follia!!!

mercoledì 6 gennaio 2010

lapappadolce e l'homeschooling

Mentre girovagavo tra i blog mi sono imbattuta in questo sito: lapappadolce
e sono rimastra strabiliata!!!
Sono una grande sostenitrice dell'educazione "alternativa", dalle tagesmutter agli asili condominiali, dalle mamme che si prendono cura dei bambini fino ai 6 anni di età fino alle esperienze di "asili famiglia" in cui alcune mamme si accordano e prendono una baby sitter unica per 3 o 4 bimbi.
E ora cosa leggo?
Che qualcuno ha pensato di fare la stessa cosa alle scuole elementari!!!
Sarebbe bellissimo poter essere vicino a loro e aiutarle e collaborare attivamente al loro progetto.
Questo il loro appello
Siamo un gruppo di mamme con bambini che a settembre 2009 inizieranno la prima classe elementare.

Ci stiamo impegnando per una scuola alternativa a quelle esistenti nel territorio (Bassano, Rossano).
Con noi c'è una maestra che accompagnerà i nostri bambini in questo cammino rispettando i loro tempi e i loro temperamenti.
Una maestra che si dedicherà a loro, con un metodo, ma anche con un cuore, nel rispetto dei programmi ministeriali richiesti, arricchiti di attività manuali e creative.

Se il nostro progetto ti piace chiamaci...
349 1890509


Il loro sito è ricco di temi e spunti per l'home schooling, ci sono tutorial e tante idee semplici e originali per insegnare ai bimbi in maniera giocosa e divertente utilizzando tecniche care a steiner e alla montessori. E visto che questa settimana è dedicata a lei, sono certa che si sarebbe entusiasmata all'idea di queste mamme coraggiose e alternative che si sono sganciate dal "sistema" per dare ai loro bimbi ciò che ritenevano fosse "il meglio."
BRAVISSIME 

lunedì 4 gennaio 2010

pintacandy!!! scade il 6 gennaio


Ma che meraviglia queste creazioni??!!
Ma in che mondo fantastico ci catapultano le sue meravigliose casine???!!! la mia preferita è la n°6, quella con gli alberelli!!! visitate il suo blog: pinta-pinta

Misshobby: geniale!!!



per me che sono grande fan di e-bay, questo nuovo portale è MI TI CO!!!
Si chiama misshobby. e se ci andate...beh, trovate tantissimi oggetti che altre blogger conosciute e non , vendono anche lì...che forza amiche!!!

rainbow giveaway: scade il 4 marzo 2010


se vincessi vorrei questi!!!! non li trovate deliziosi???!!! andate a sbirciare e scegliete il vostro preferito!!!

  


rivelazioni sconvolgenti al centro commerciale

Con Andrea in ferie fino al 6 gennaio, si è deciso di passare le giornate all'insegna dell'ozio...oggi siamo andati a trovare una coppia di amici con un bimbo di appena un giorno più grande di little devil.
Loro vivono dall'altra parte di Roma dove sorge uno dei centri commerciali più grandi d'Italia:Porta di Roma. Andrea era curioso di andare a visitarlo così, in un orario decente, per l'esattezza le 18:30 quando tutta la gente tornava a casa, abbiamo deciso di andare.
Matteo ha visto il trenino che faceva il giro del centro ed è voluto salire. Così l'ho accontentato...cantavamo i pezzi forti del nostro repertorio come chugginton, il treno chou chou...allegramente, fregandocene della gente che ci guardava (effettivamnte sembro proprio una pazza sciroccata perchè ho il corpo di un adulto ma lo spirito di un bimbo di 2 anni!!!) ma poi: ma chesse guardano???!! Ce stanno certe buzzure in giro!!! 
Nella nostra carrozza c'erano Matteo e Beatrice, due bimbi di 8 anni...io mi sono presentata, ho presentato Matteo e ho chiesto i loro nomi. Erano simpatici...ma mi è venuta una curiosità, così, per caso (col senno di poi mi chiedo come mai non sono capace di farmi una vagonata di ciufoli miei):"ma voi vi divertite al centro commerciale???!!!" "Si" mi ha risposto Beatrice, "ci veniamo ogni Sabato"..."anche io mi diverto" ha risposto Matteo..."e cosa farete mai per divertirvi?" ho chiesto stupidamente mentre loro mi guardavano come se fossi un'aliena tanto era cretina ai loro occhi la mia domanda!! "Corriamo" ha risposto Beatrice con l'aria compassionevole di chi risponde ad una ritardata..."io vado su tutte le giostre" ha risposto Matteo "mamma mi manda su tutte se faccio il bravo mentre compra le cose e fa la spesa, io mi diverto tanto al centro commerciale"
ma sti ragazzini come crescono? vanno tutti i sabati al centro commerciale, mangiano da MCD e corrono...corrono in mezzo alla gente al centro commerciale.
Bah...forse sarò veramente anormale...ma se voglio far divertire Matteo vado al parco giochi e se è piovuto gli metto le caloscine così si diverte di più!!!
Ma forse si, vedendo il numero spropositato di famiglie che girava al centro commerciale, mi viene da pensare che quella veramente stramba sono io...