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martedì 30 agosto 2011

Yunus e il microcredito: la povertà e la filosofia di vita di un bambino



Qualche giorno fa siamo tornati dalla nostra lunghissima trasferta al mare. Matteo ed io siamo andati a fare la spesa a causa del deserto che regnava nel frigo. Una signora, con degli articoli per la cucina in mano, chiede qualche spiccio fuori dal supermercato. Le faccio un cenno con la mano "no grazie" dico con gentilezza. "ho fame" reclama lei, "solo 1 euro per favore"..."1 euro no" rispondo con decisione "dimmi cosa ti serve e te lo compro" la risposta arriva immediatamente "una bottiglia di pomodoro per favore"
Matteo era molto incuriosito. Questa scena si ripete quasi ogni volta che vado al supermercato...però, stavolta, Matteo è stato più attento e ha cominciato a bombardarmi di domande. "Perchè la sisgnora ti ha chiesto un soldino? perchè voleva il sugo? perchè non aveva un soldino?"
Cosa dico a mio figlio?
Ho imparato il primo anno di università, al mio primo esame di pedagogia generale, quanto male fa "l'elemosina"...me lo ha insegnato il professore attraverso la lettura del libro del premio nobel per la pace del 2006 Muhammad Yunus.
L'elemosina fa bene a noi e alla nostra coscienza e non aiuta chi ne ha bisogno. Attraverso il microcredito, questo economista bengalese, ha risollevato le sorti di moltissime famiglie bengalesi...e consiglio a tutti di leggere il suo libro e di ascoltare le sue parole. Non saprei mai come avviare il microcredito qui ma ho imparato a non fare l'elemosina.
A Matteo ho spiegato che ci sono molte persone che non vanno in ufficio come me e il suo papà e che in ufficio ti danno dei soldini in cambio del tuo lavoro. Matteo è venuto spessissimo a lavoro con me e sa cosa faccio. Uno di questi giorni lo porterò in ufficio dal padre per vedere com'è il suo ufficio e cercare di spiegargli anche cosa fa un informatico.
Sembra che questa spiegazione semplice gli sia bastata.
Quando siamo usciti dal supermercato avevo preso alla signora una piccola sporta con degli alimenti dentro, oltre al sugo, e lei si è messa in ginocchio per ringraziarmi.
Matteo è rimasto così colpito da questa cosa che stamattina, quando siamo usciti per andare al mercato, ha portato con sè un pacchetto di caramelle.
"Cosa ci fai con un pacchetto intero?" ho chiesto "Regalo una caramella a tutti i bambini sfortunati, quelli che hanno i genitori che non lavorano!!!"

mercoledì 3 agosto 2011

Co-housing...vacanze in famiglia e stili educativi


Da più di un mese i miei suoceri hanno affittato una bellissima villetta sul litorale laziale, abbastanza vicina a Roma e ai luoghi di lavoro di tutti (mia cognata, il mio compagno e io) per poter trascorrere insieme l'estate.
Si. Ero un pò intimorita. Anche se conosco mia cognata da 20 anni e i miei suoceri da 10, avevo un pò di remore sul co-housing h24.
Ma Matteo e Zoe ( la mia nipotina di 9 anni e mezzo) avrebbero trascorso 2 mesi insieme, al mare, tra giochi sulla sabbia, bagni al mare, insieme ad Arianna, una cuginetta che, in inverno, non vediamo quasi mai. INSIEME AI NONNI. e l'amore dei nonni è puro, totale, di inestimabile valore. E io lo so perchè anche se mia nonna è morta più di 10 anni fa, ogni volta che la penso mi vengono le lacrime agli occhi per la nostalgia.
E' pur vero che, a Luglio, tutti abbiamo lavorato: Mia cognata tornava solo nel we, Andrea, il mio compagno, ha fatto il pendolare e io ho lavorato 2 volte a settimana in ufficio per ultimare la ricerca del personale educativo per le 5 sedi, in tempo per Settembre, però, il resto del tempo sono sempre stata con loro e con i bimbi.

Immaginate quanti "strappi alle regole" possano fare 2 bambini che vivono coi nonni...quante volte Matteo è venuto da me chiedendo qualcosa e, avuto un divieto, è andato a chiedere altrove ottenendo ciò che voleva. All'inizio ho tentato di impormi ma, una volta capito che la mia sarebbe stata una battaglia persa in partenza, ho subito desistito e ho optato per un più pacifico "lassa perde..." (lascia correre...)
Stasera, però, appartenendo io al genere mamma strillante...mi sono beccata una sonora strigliata con tanto di "mi meraviglio di te che sei pure pedagogista!".
E sapete che c'è?
Che, in fondo in fondo, mio suocero ha ragione. Il mio strillo, il mio severo rimprovero (Matteo, arrabbiato e stanco, ha rotto una lampada e mandato in tilt il monitor del pc perchè, avendo qui una connessione a 7,2 mbps, non riuscivamo a caricare il video delle Monster high...) in realtà non servivano a Matteo ma a me, per placare la mia rabbia...urlare è una scorciatoia per ottenere velocemente il ripristino dell'autorità.
Lo sapevo già, si. Ma fino a stasera, forse, lo nascodevo anche a me stessa.
Il nonno dice che, visto da fuori, il mio rimprovero era troppo duro rispetto all'età di Matteo e che il bambino era visibilmente turbato. Era giusto, per me, che il bambino fosse turbato dal rimprovero ma, dopo 5 minuti dall'accaduto, dopo aver spiegato a mio figlio che io non lo avevo rimproverato per aver fatto un danno ma perchè, come suo solito, non riesce a tollerare le frustrazioni e ha degli attacchi d'ira mostruosi, Matteo ed io giocavamo tranquillamente con i Jewel pets.
Allora io mi chiedo: non sono una mamma che punisce perchè non credo che le punizioni, (così come gli elogi), servano a qualcosa; non sono una mamma che picchia perchè le botte non servono a nulla; non sono una mamma che ignora. Sono una mamma urlatrice. Anche io ho i miei limiti.
Buone vacanze!