“E adesso cosa faccio?” Divertiamoci!
di ilaria romano
agosto 30th, 2010
“Chi sta coi bambini qualche volta dimentica che i bambini sono divertenti, perché tirano fuori la nostra infanzia. Dovremmo chiederci: come faccio a divertirmi con mio figlio? Allora sapremo cosa fargli fare, e soprattutto come divertirci noi”. Parola di Mariaelena La Banca, mamma, pedagogista e tata, vulcanica blogger del seguitissimo Yummy Mummy e Matteo e autrice di 101 giochi intelligenti e creativi da fare con il tuo bambino da 0 a 5 anni (Newton Compton), pubblicato a giugno e già in ristampa. Che effetto ti fa? “Sono contentissima. I genitori oggi sono diventati attenti alla qualità di tante cose, da quella dei giochi a quella del tempo che passano con i figli, quindi cercano idee, specie quando i bambini sembrano ancora troppo piccoli per poter ‘fare’ qualcosa. Me lo chiedono anche a scuola”. E nel libro hai attinto più all’esperienza di pedagogista o a quella di mamma? “Soprattutto a quella di tata. Prima di laurearmi ho fatto babysitter almeno per 15 anni, tantissimi giochi li proponevo come animatrice alle feste di compleanno. Altri sono giochi della mia infanzia, nei cortili di Rocca di Papa”. Cominciamo dai piccoli-piccoli: che attività si possono fare con loro? “In realtà io propongo dei giocattoli… naturali! Per esempio, qualsiasi mamma sa che il gioco preferito di un bambino di 8 mesi è un mazzo di chiavi. Ma quello vero: il tuo. Poi lo perderai cento volte, ma dallo a tuo figlio e lo farai felice. Abbiamo tanti giocattoli di questo genere già bell’e pronti in casa”. Che differenza con i giocattoli fatti in serie! “Eh sì, tanti dei giochi in commercio prevedono luci, suoni, colori… Ma un bambino sano che fa? Capisce che a quel tasto è associata quella luce e quella musica e poi si stufa. Così abbiamo in casa milioni di giocattoli che i bambini non cercano mai”. Ma allora i giocattoli ideali quali sono? “Quelli in materiali naturali, che si trasformano tra le mani e col tempo. Ma soprattutto le cose che usiamo noi! I bimbi vogliono imitare i grandi, se possono avere gli stessi oggetti che ci vedono in mano sono felici! Il gioco preferito di mio figlio Matteo è uno spruzzino del detersivo, ovviamente lavato e riempito solo di acqua. Con quello e una spugna gioca per ore a pulire. Oppure, poco fa mi ha visto sbrinare il frigo: raccoglievo l’acqua con un bicchiere, a lui è sembrata una cosa bella e ha chiesto: lo posso fare anch’io?”. Travasare, che divertimento: nel tuo libro ne parli tanto. “Si può travasare di tutto, dall’acqua ai popcorn. Travasare piace soprattutto ai piccoli. Gli insegna la coordinazione oculo-manuale, che noi adulti diamo per scontata ma per un bambino è una cosa difficlissima. Poi aiuta a impadronirsi dei concetti di grane e piccolo, dentro e fuori…” Ma le mamme devono imparare a non dire “attento che ti bagni” e “attento che ti sporchi”! “Eh… Però la farina non sporca, basta poco a dare una pulita dopo che ci si è giocato. Si possono rendere ludici momenti particolari, come fare insieme una torta o l’importantissimo bagnetto, che può diventare un rito tra mamma o papà e il piccolo”. Hai fatto da te anche una cucina giocattolo… “Con un banalissimo comodino, delle maniglie per simulare i fornelli e dei tondi di panno lenci per i fuochi. Poi ho preso degli arnesi da cucina in miniatura e degli strofinacci veri. Matteo ci gioca anche ora che ha tre anni”. Ma non è che i genitori devono superare la paura dell’imperfezione, quella che fa pensare che il giocattolo comprato è più bello di quello creato con le proprie mani? Nel libro insegni a fare un burattino con un calzino, mentre io ho visto il papà di una bambina di un anno cercare la marionetta “bella” in un atelier d’arte… “Ai bambini non serve chissà che. Voglio dire, non gli importa di avere il burattino perfetto, e neanche un genitore perfetto”. Già, il genitore perfetto. Ci sentiamo tutti inadeguati… “E’ meglio un genitore che sbaglia e insegna ai figli a non rifare lo stesso errore, o che quando ci si sbaglia ci si può correggere”. Senti, a proposito di perfezione: sta per iniziare la scuola. I bambini possono giocare a studiare, per arrivare preparati? “Per carità! Sono contrarissima alla didattica prescolare! Li aspettano già almeno vent’anni tra scuola, università e master, giocare un anno in più può fare solo bene! E poi se un bambino non è pronto, per esempio, a stare fermo, che è una delle prime cose richieste in classe, la scuola non gli piacerà mai più. I bambini hanno i loro ritmi. Noi li preveniamo, ma è sbagliato. Per farti un esempio, anche la fase della lallazione si sta spostando in avanti, dai 6 agli 8 mesi: questi ragazzini non hanno più bisogno di parlare perché noi li anticipiamo”. Allora diamo un consiglio a chi sta rientrando dalle vacanze: che giochi si possono fare in viaggio? “Per i viaggi in macchina si può preparare un bel cd con le canzoni preferite dal bambino e cantare: non ha costo ed è divertente. Coi più grandetti si può fare a gara a ‘chi vede più…’ alberi, piloni della luce, case… Per i piccoli sono utili i libri soffici o tattili, che stimolano un allegro sonno. In macchina, di solito, i bambini si addormentano. Mi raccomando di non slegarli mai dal seggiolino”. Come intratterrai tuo figlio nei pomeriggi d’inverno? “Ora si sta appassionando alle storie. E’ un continuo ‘mamma, mi racconti…’ Adora le avventure di sua zia Elisa, che di racconto in racconto si sono arricchite di sviluppi immaginari”. Matteo va a scuola? “Sì, da quando aveva 13 giorni: veniva con me che lavoravo. Anche adesso ci va: la socializzazione e gli stimoli dell’asilo sono importantissimi. Ma alle 16 esce e si sta insieme”. Sei stata una mamma lavoratrice, stai per tornare ad esserlo… come mai ti definisci “vittima” di quel downshifting che oggi va tanto di moda? “Perché mi ha preso in pieno come una trave. Ero all’apice della carriera, ho guardato mio figlio di due anni che non vedevo mai e ho detto basta. La professionalità, quella resta. I bambini invece sono piccoli ora, non fra vent’anni. Alle mamme consiglio di prendersi tutto il tempo per scegliere, decidere, capire fin dove il gioco vale la candela”.
Bellissima intervista, complimenti! Concordo in pieno sulla tua concezione del gioco e dei giocattoli. Il tuo bambino è fortunato ad averti come mamma!
RispondiEliminaCongratulazioni!
complimenti anche da parte mia...
RispondiEliminail mio piccolo adora giocare con i coperchi, le cucchiarelle, le chiavi (già perse e ritrovate diverse volte) la scopa con cui pulisce tutta casa...
un bacio amica, e ancora congratulazioni!!!
Ciao! ho una curiosità sulla lallazione: quali sono le cause scientifiche del 'ritardo' che denunci? potrebbe essere il fatto che le mamme si trovano sempre più sole a seguire i figli e questi sono meno esposti al dialogo? nelle famiglie una volta i bambini si accudivano in gruppo e forse mai come oggi mamme e neonati si trovano in isolamento. Hai riferimenti scientifici sul tema? grazie!
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