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domenica 21 giugno 2009

circa il lavoro e la famiglia

Andrea mi accusa spesso di lavorare troppo.
non ho orari...anche sabato e domenica..è solo che non ho tempo di farlo quando andrea non c'è. Perchè altrimenti come faccio a intrattenere matteo?
Il problema è solo questo: aspetto che ci sia lui per dedicarmi a tutto ciò che devo fare ed, effettivamente, tolgo del tempo alla coppia...spero che una volta consegnati sti progetti per la prima settimana di luglio, io riesca a respirare un pò.
sono fortunata, ho un lavoro che mi piace e non smetterei mai e poi mai di lavorare...ma forse è giunto il momento che io mi dia dei tempi...se avessi un ufficio lavorerei in ufficio...ma non ce l'ho e, soprattutto, matteo ed io abbiamo gli stessi orari a scuola.
Mi piacerebbe avere una vita più normale a volte. Ma so già che mi romperei le scatole dopo il primo anno.
Ho un lavoro dinamico che mi coinvolge emotivamente, che mi fa sentire bambina coi bambini e professionale coi progetti, che mi permette di dedicare tempo a mio figlio e di guadagnare abbastanza per vivere dignitosamente.
E io che vorrei fare di più, di più, di più...e andrea che si lamenta...
Allora mi chiedo se c'è una mediazione tra la mia ideologia e la sua...lo vedo come un impiegato triste, che aspetta che scocchi il minuto per timbrare il cartellino e andarsene a casa...lo vedo come un pendolare infelice in balia dei ritardi dei treni e penso: ma lui come vede me? e non è felice della mia gioia?
perchè?

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