Followers

giovedì 27 maggio 2010

il momento del "distacco"


 Stamane, all'asilo di Matteo, ho assistito alla classica scena di inserimento:
bimba che non vuole entrare, mamma che tenta di convincerla, maestre che tentano di convincerla e mamma che prende in braccio la bimba e la stringe forte a sè.
Non facevo inserimenti da settembre e, come insegnante, mi sono venuti i brividi...il momento del distacco, che sia esso mattutino o per inserimento è così delicato che merita davvero tutta l'attenzione possibile.
e' ovvio che il trauma non è per il bambino ma per la mamma e solo in seguito al disagio della mamma, il bambino si chiede: "perchè mamma è nervosa e agitata? c'è qualcosa che non va, mi preoccupo anche io" e si entra in quel circolo vizioso in cui il bambino non vuole andare a scuola e la mamma si sente terribilmente in colpa, e più la mamma si sente in colpa e più il bambino non vuole andare a scuola....
Per una educatrice il momento del distacco è sempre vissuto con riguardo e rispetto, spesso teniamo dei biscottini a portata di mano, o dei giochi particolari che i bimbi possono prendere solo al momento dell'ingresso in classe proprio perchè il distacco non è sempre vissuto in maniera serena da tutti.
Il lunedì è sempre una giornataccia: i bimbi sono più irrequieti e fanno presto a disabituarsi alla routine...se poi rientrano da una malattia o da un week end lungo, sono più agitati. Per questo, di solito, le maestre chiedono ai genitori continuità nella presenza. Non pensiamo che tanto i bambini sono al nido o alla materna e possono saltare la scuola: è sbagliatissimo.
Dunque ecco cosa non fare mai:
  1. entrare a scuola col bimbo in braccio: per lui il passaggio dalle braccia della mamma a quelle dell'educatrice è più difficoltoso...quale bambino ha voglia di lasciare le braccia della mamma?
  2. Non dire bugie al bambino tipo: torno presto, vado a parcheggiare e vengo o cose del genere (potri scrivere un libro in materia!!!) ma raccontargli sempre la verità.
  3. Non soffermarsi troppo nell'atrio ma salutare il bambino con un grande sorriso e andare via, in questo modo si trasmetterà sicurezza al piccolo.
  4. Se il bambino ha difficoltà ad entrare in classe cerchiamo di capire qual è il motivo del suo disagio: il 99% delle volte il disagio è dentro di noi, se noi ci mostriamo serene, decise e coerenti il nostro piccolo si sentirà rassicurato dal nostro atteggiamento. 
ho scritto un articolo su pianetamamma qualche tempo fa, per chi volesse approfondire:

11 commenti:

  1. già.. poi diventa difficilissimo quando mamme, papà, nonni, dopo aver finalmente "mollato" il pupo tornano indietro... arrrrggghhh!!!
    Altro suggerimento: far tenere qualcosa della mamma al pupetto in questione (anche solo nell'armadietto), tipo una maglia o qualcosa di morbido che abbia l'odore "mammesco" sopra :)

    RispondiElimina
  2. ciao!
    ho letto molto volentieri questo tuo post perchè questa esperienza l'ho vissuta ad ottobre, quando, appunto, ho inserito la mia bimba di due anni, al nido.
    Per me è stato davvero traumatico, forse più che per la mia bimba anche perchè io e mio marito abbiamo deciso di iscriverla non per necessità di lavoro, dal momento che io sono a casa, ma per lei, per farle trascorrere del tempo con altri bimbi e con persone in grado di darle nuovi stimoli e accompagnarla nella sua crescita.
    Diciamo che il distacco è proprio difficile per entrambi!
    Comunque ora sono felicissima perchè ho trovato delle educatrici davvero formidabili,che mi avevano "istruito" esattamente come hai indicato tu e poi Arianna è entusiasta di andare all'asilo, di stare con i bimbi,giocare e interagire con loro.
    Mi sono dilungata un po' troppo!
    Chiedo venia!
    A presto!
    un bacione
    tiziana nidodilana

    RispondiElimina
  3. Posso aggiungere una cosa? Sul comportamento che deve avere la mamma al momento del distacco sono d'accordissimo con te. Una piccola parte del successo del distacco senza lacrime però, a mio parere, dipende anche dall'educatrice. Topastro alterna periodi in cui entra al nido senza neppure voltarsi a salutarmi ed altri in cui fa parecchi capricci. Mi si attacca alle gambe, vuole il fazzoletto, il gochino, un bacio,... Una delle educatrici del nido ci guarda e aspetta che io risolva la situazione, anche per cinque interi minuti o più, al massimo pronuncia le solite frasi: dai Topastro, i tuoi amici ti aspettano... andiamo a prendere un giochino insieme.... Un'altra educatrice invece ha un comportamento che io apprezzo moltissimo: mi aiuta! Quando vede che i "capricci" vanno per le lunghe si avvicina, prende dolcemente ma con fermezza il Topastro e lo porta con sè dentro l'aula. E non sempre lo prende in braccio, a volte per mano, e lui la segue! E' una persona molto decisa e sicura di sè ma non per questo meno dolce e affettuosa con i bimbi. Ogni volta che il Topastro ha iniziato il suo rituale per allungare il momento del distacco e lei era presente ha sempre risolto la situazione senza farlo piangere. Interviene al momento giusto, non so, sicuramente ha tanta esperienza. Secondo me riesce a trasmettere tranquillità ai bimbi e anche alle mamme!

    RispondiElimina
  4. amiche, il comportamento dell'educatrice è fondamentale, per qesto cerchiamo di essere sempre ferme ma dolcissime...sia con la mamma che con il bambino!!!
    Sono d'accordo sull'oggetto di transizione, e sull'approccio deciso nel momento giusto...il bambino non deve essere persuaso dad entrare a scuola ma nemmeno costretto!! dunque: evviva le brave educatrici, evviva le mamme che sanno mettersi in discussione, ma soprattutto, merito a loro: i bambini!!!

    RispondiElimina
  5. Ciao, bellissimo post e consigli saggi che condivido. Devi essere un'ottima insegnante.Bacioni,Anto

    RispondiElimina
  6. hai ragione il momento del distacco è lacerante più per la mamma che per il bambino.
    mi ricordo ancora l'inserimento al nido, il 3 gg. Ariel arriva, mi saluta e corre a giocare, io le ho sorriso, sono uscita e immediatamente ho chiamato mia mamma...ero in lacrime! tanto che lei si è pure preoccupata.
    un abbraccio e grazie per il sostegno :)

    RispondiElimina
  7. io ho inserito mio figlio a settembre, aveva quasi un anno. l'inserimento è stato difficile x me perchè non è facile voltare le spalle a un bimbo che piange... e anche i momenti in cui ero lì con lui non erano facili, vedevo intorno a me bambini che piangevano continuamente, le educatrici mi spiegavano che il primo mese è difficile per tutti e che la situazione si sarebbe tranquillizzata di lì a poco. in effetti è stato così. adesso vedo sia mio figlio che gli altri bimbi molto sereni e felici. le educatrici sono molto brave, dolci, simpatiche ma anche sicure e ferme. sono convinta che mandarlo al nido sia stata la scelta giusta, non solo per risolvere una necessità pratica (siamo lontani dlle nostre famiglie, quindi non abbiamo in nonni a disposizione) ma anche educativa. inoltre le educatrici, che sono davvero brave, professionali e allo stesso tempo affettuose, ci danno anche molti consigli su come affrontare i capricci di tutti i giorni, su come dobbiamo comportarci a casa: trovo che sia molto importante affidarsi al consiglio di chi ne sa più di noi.
    in genere però lo porta all'asilo mio marito, mentre di recente è capitato a me di portarlo e qualche volta ha pianto. forse la novità lo ha illuso che potessi rimanere con lui, chissà. io in questi casi faccio ciò che mi dice l'educatrice, lo saluto e vado via. in genere la crisi passa presto.

    RispondiElimina
  8. Io ho iniziato a mandare al nido il mio piccolo a 9 mesi.. per 5 mesi (presenza circa 20 giorni... il resto a casa malato..) poi l'ho tolto esasperata dalle sue febbri altissime... Mi è costato molto portarlo e mi è costato molto toglierlo perchè è sempre andato volentieri, forse perchè ancora piccolino, senza mai un capriccio..
    Ora al pensiero di portarlo al compimento dei 3 anni alla materna mi sento male... spero di essere in grado di non trasmettergli la mia agitazione.. la cosa che più mi fa paura è farlo passare improvvisamente da una condizione bimbo/mamma, bimbo/baby sitter, bimbo/nonna a .. bimbo+27 bambini+ educatrice... forse sarebbe stato meglio tentare con il secondo anno di nido come camera di decompressione??? una via di mezzo tra la sua attuale condizione e la materna???? Che scelte difficili!!!!!!!!
    Voi che siete nel campo cosa consigliate??
    Grazie per lo spunto di riflessione su questo argomento che mi tocca molto, ora vado a leggere l'approfondimento!
    Ciao,
    Roberta

    RispondiElimina
  9. Approfitto sicuramente del tuo gentile consiglio...sai il mio Lorenzo a settembre comincerà la materna...finora è stato sempre con me a parte quando vado a fare delle consulenze due mattine a settimana e quindi il momento del "distacco" mi spaventa molto! I tuoi consigli sono molto utili, soprattutto perché vivi la cosa dall'altra parte...speriamo bene e soprattutto speriamo di trovare persone come te dall'altra parte! Un bacio Katy.

    RispondiElimina
  10. ops! io gli dicevo cado a stendere i panni e vengo ;-) ma lo lasciavo solo tre ore de non ha mai fatto storie

    RispondiElimina
  11. Sono un pò atipica, non sono mamma, ma sorella moooolto maggiore (di 23 anni), e anche a me è capitato di lasciare mia sorella all'asilo con la tristezza dentro. Perché sentivo che sarebbe mancata a ME!
    Ma vedo ora che da bimba solitaria e tendente a dominare sui più piccoli è diventata affettuosa, si rincorre con gli altri e va qua e là tenendosi per mano con amichetti/e. Andando via sia io che la mamma abbiamo sempre, appunto, sorriso senza cedere ai suoi occhi sgranati e interrogativi! E dando un'ultima occhiata dalla finestra. I bimbi hanno bisogno di stare con altri bimbi e seguire altri adulti che sanno come occuparsi di loro e cosa fargli fare tutti assieme, no?

    RispondiElimina