Una data importante qui.
Una data che ha segnato una svolta dolorosa nella mia vita e in quella della mia famiglia.
Era Carnevale, Andrea ed io andammo ad una festa, ci divertimmo parecchio, al ritorno, mentre andavamo a casa in macchina chiacchierando allegramente del più e del meno, un grande boato, l'auto fece 2 giri su se stessa, finì addosso ad un guard rail...un cretino, che dai successivi rilevamenti dei carabinieri risultò viaggiare a 140km orari, a fari spenti, non si fermò allo stop, non frenò nemmeno e ci prese in pieno...dalla mia parte. Lo sportello rientrò di 30 cm. Avevamo una focus all'epoca.
Quella mattina, una mattina qualunque di un giorno qualunque uscimmo di casa e non vi rientrammo per 4 mesi. Quattro lunghissimi mesi che segnarono una svolta.
Subito dopo l'impatto mi resi conto di non riuscire a repirare. Nell'urto violentissimo, la cintura di sicurezza mi aveva compresso lo sterno, mi toccai il naso e pensai "ho ancora la faccia" poi mi girai verso Andrea, alla guida, e gli chiesi con l'ultimo respiro:"stai bene?" poi ho un momento di vuoto totale...il ricordo che ho subito dopo è un respiro di aria gelida...Andrea, al quale era scoppiato un femore, in una spirale di paura, mi aveva tirata fuori dall'auto, non si sa come abbia fatto...e subito dopo lo vidi scivolare lentamente in un fossato...l'ambulanza arrivò immediatamente. Mi raccolsero con il "cucchiaino" e l'infermiere mi disse dopo aver visto la macchina:"se sei viva è un miracolo"...mentre mi caricavano nell'ambulanza uno dei portantini inciampò in un filo spinato e cadde a terra...con tutta la barella, con me sopra legata come un salame...il pensiero di essere separata da Andrea, di non sapere cosa mi aspettava, cosa aveva lui, mi faceva impazzire. non ricordo il dolore, solo tanta rabbia dopo che l'infermiere, al quale avevo chiesto le condizioni di Andrea mi disse che non sarebbe venuto nello stesso ospedale perchè "non si portano due urgenze nello stesso pronto soccorso." Piansi tutte le mie lacrime. Chiesi di chiamare i miei genitori ma l'infermiere mi disse che era meglio se li chiamavo dopo le lastre e la visita al ps.
Una volta al ps la mia gamba dx non si muoveva più. Il dottore di turno non si accorse delle 5 fratture al mio bacino, nonostante lamentassi dolore alla mano sx (la mano con cui scrivo) non mi fece nessuna lastra. Solo la gamba che non si muoveva era interessante e non essendo fratturata nessuno capiva cosa avesse.
Mentre aspettavo arrivarono i miei genitori. Li aveva chiamati Andrea. Erano mezzi morti di paura. Erano passati sul luogo dell'incidente e pensavano di trovarmi più morta che viva. Alle 5 del mattino mi trovarono un posto letto, mi diedero 20 gocce di valium per calmare il dolore e farmi riposare e mi portarono in reparto. Solo il dottore che arrivò il lunedì mattina capì cosa avevo e cosa mi stava succedendo. Avevo 5 fratture al bacino, frattura dell'osso sacro, frattura del dito pollice della mano sinistra e stupor nervis, trauma del nervo sciatico dx che non faceva muovere la mia gamba.
In ospedale si perde la dignità. Si perde l'identità. E in quel letto d'ospedale sarei rimasta immobile per 2 mesi. Dopo 10 giorni mi trasferirono in una clinica per la riabilitazione...e nella stessa clinca, dopo un'operazione di ricostruzione del femore, arrivò anche Andrea. Ma non potevamo vederci. Lui era nella camera degli uomini. Io in quella delle donne. Darci una stanza in cui stare insieme era fuori discussione. 2 mesi, lunghissimi, frustranti, dolorosissimi. Nonostante nessuno di noi fosse autosufficiente, dopo 2 mesi di clinica ci dimisero. E mò? Non essendo autonomi non potevamo tornare a casa nostra. Così Andrea andò dai suoi e io dai miei. Non vivevo coi miei da quando avevo 20 anni, da quando ero andata via di casa. La convivenza forzata fu un trauma nel trauma. I miei genitori, mia sorella e mio fratello sono stati un grande supporto morale. Ma io non sopportavo quella condizione di infermità e non sopportavo la vicinanza di nessuno. A Maggio, quando avevo ricominciato a muovermi con le stampelle, mia madre mi portò nella mia adorata Palermo, per farmi distrarre un pò. A Giugno tornai a casa con Andrea. Facemmo festa!!! Mio fratello, che aveva appena finito la scuola, venne a vivere con noi, affittammo obrellone e sdraio in uno stabilimento balneare e tutti i giorni andavamo al mare. Si sa che prendere il sole fa bene alle ossa. Andrea si muoveva con la sedia a rotelle...fino a Settembre gli era proibito poggiare piede a terra.
A causa delle mie fratture e del trauma al nervo sciatico che, ancora oggi, mi impedisce di muovere correttamente la gamba, non potrò mai avere un parto naturale, e allora benvenga il cesareo. A causa di quell'incidente non potrò fare mai fare l'epidurale, non ho spazio fra le vertebre...non potrò mai sentire il primo vagito dei miei figli. Ma poco importa. Questa esperienza mi ha insegnato a vivere ogni giorno pienamente, ad amare il mio compagno teneramente, ad essere sempre positiva e propositiva, ad avere sempre il sorriso stampato sul viso perchè ora vivo la mia vita diversamente, con la consapevolezza che i problemi si risolvono, che tutto passa e che le avversità non mi fanno più paura.
yummy, sono senza parole.
RispondiEliminagrazie per aver scritto, sono insegnamenti di vita.
ti abbraccio forte.
E adesso, non so cosa scriverti ma non mi andava di non lasciarti un saluto, un abbraccio...
RispondiEliminacara...non so cosa dire, ma non posso non dire...le esperienze così dolorose davvero aiutano a capire cosa conta davvero...e nel male aiutano a dare importanza a cio' che e' davvero importante..
RispondiEliminati abbraccio forte
stefy
grazie per aver condiviso con noi questa brutta esperienza, non può che insegnarci che la vita è una, unica, preziosa. Un forte abbraccio
RispondiEliminaMia cara sono rimasta senza parole.... avete avuto un gran coraggio tu e Andrea! A quanto leggo, comunque, la malasanità non cesserà mai!!!!
RispondiEliminaUn bacione
Elsa
Mi unisco alle altre ed anch'io ti ringrazio per aver condiviso con noi questo momento della tua vita davvero doloroso, che ci lascia senza parole, ma che ci insegna davvero tanto.
RispondiEliminaUn abbraccio!
Maè
Ti lascio un abbraccio, ogni altra parola sarebbe inutile
RispondiEliminaAccipicchia... è proprio vero che bisogna vivere intensamente ogni giorno come fosse l'ultimo!
RispondiEliminaUn abbraccio
Laura
Sono proprio le storie come queste ci aiutano a dare la giusta dimensione agli eventi e a trovare dentro di noi un nuovo gusto per la vita, per le cose belle.
RispondiEliminaGrazie. Ti abbraccio...
PS: carino il nuovo template!
RispondiEliminagrazie a tutte per avermi lasciato un abbraccio! E grazie per i complimenti al template!!!
RispondiEliminaun bacio a tutte e buon we!
grazie per avere condiviso con noi un momento così delicato della tua vita
RispondiEliminaun abbraccio leti
Un abbraccio e un grande sorriso anche da parte mia! Hai ragione, bisogna apprezzare ciò che si ha :-)
RispondiEliminaSono senza parole...un grande insegnamento di vita,grazie.
RispondiEliminanon ci sono molte parole da dire,
RispondiEliminama volevo comunicarti che ci sono
e ti abbraccio forte forte
MEry
complimenti per la forza, la tenacia, l'amore...
RispondiEliminaanch io mi unisco alle tue amiche con 1 caldo abbarccio....è davvero 1 grande insegnamento...manuela
RispondiEliminaHo passato la giornata a lamentarmi di cose stupide, nervosismi inutili, quotidiani. Il tuo racconto mi ha riportato alla realtà, grazie!
RispondiEliminavistodalei.splinder.com
ed io aggiungo: evviva l'amore! il resto è stato già detto e lo condivido pienamente. Ti mando un bacio
RispondiEliminaporca miseria che roba!!! e che fortuna poterlo raccontare.. un abbraccio solidale..
RispondiEliminaGrazie. Tiziana
RispondiEliminaGrazie ...
RispondiEliminae...un abbraccio forte!
mi ricordavo che avevi detto di aver avuto un incidente per cui avevi avuto il cesareo, ma raccontato così... mamma mia tesoro che paura! meno male che avevate le cinture e adesso state bene tutte due. un abbraccio forte oggi per allora
RispondiEliminaSei stata più brava di me.
RispondiEliminaIo più fortunata.
Nessun danno.
Solo una piccola cicatrice su un polso.
E il vomito a sentire l'odore di benzina se brucia.
Però a me è rimasta più rabbia.
Non sopporto chi non reagisce, mi fa arrabbiare chi non prende in mano la propria vita, chi non si da' una mossa, chi si permette di lamentarsi quando non ne ha motivo.
Però è vero, ti cambia la vita.
Ti abbraccio tesoro.
Sei uscita da un incubo che io credo non avrei saputo affrontare.
un abbraccio, non so ke dire.......
RispondiEliminaGrazie per aver condiviso. Siete stati forti, avete avuto coraggio e voglia di andare avanti.
RispondiEliminaun abbraccio
Grazie di questa testimonianza
RispondiEliminamomenti del genere ti fanno apprezzare quello che si vive dopo, per fortuna siete entrambi presenti per raccontarlo.....un abbraccio
RispondiEliminache trauma..anche io soffro se mi capita di stare lontano da mio marito...anche solo per poche ore...figurati 4 mesi! hai avuto tanto coraggio e tanta forza per andare avanti.Chissà che bello sarà stato rivedersi dopo tanto tempo......commovente...un abbraccio,Kiki.
RispondiEliminaGrazie della testimonianza.
RispondiEliminaDovremmo più spesso riflettere sul valore della vita e delle piccole cose.
Un abbraccio!